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Usamaru Furuya

le sue opere

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    ¡Que viva México!

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    titolo: 51 modi di salvarla / Tokyo Magnitude 8 {Kanojo wo mamoru 51 no houhou}
    volumi ed editore: 5, Shinchosha
    genere: seinen; drammatico, action, sentimentale

    Questo è il primo titolo di Usamaru Furuya che arriverà in Italia, grazie alla fantomatica Ronin Manga di prossimo debutto.
    Furuya è un autore che spazia parecchio nella tipologia di opere, da quelle davvero artistoidi ad altre più mainstream (pubblicato da Garo a Comic Cue, da Manga Erotics F a Jump Square); "51" è pubblicato su Comic Bunch - la rivista famosa per Angel Heart di Hojo - non fa dunque parte del filone più visionario e sperimentale ma si muove in un ambito seinen tradizionale, a metà fra il realistico-psicologico e il survival action catastrofista.
    Come diverse altre opere giapponesi di fiction recenti, dalla narrativa all'animazione, parte dal presupposto di un terremoto devastante nella metropoli di Tokyo che isola la città e getta nella disperazione la popolazione. Fra le fonti di ispirazione, sicuramente il Great Hanshin-Awaji Earthquake del 1995 visto che in appendice ci sono le foto relative.
    "51" è l'interpretazione dell'autore di tale soggetto e, come detto, si muove a metà fra la cronaca realistica e la finzione avventurosa. Conta infatti su tre "filoni" abbastanza ben amalgamati:
    -- Una rappresentazione realistica dei fatti, con le eventuali distruzioni che un terremoto di magnitudine 8 può arrecare nella città di Tokyo, documentata sia sulla morfologia geologica che sulle strutture edilizie, ma anche su fenomeni legati a incendi e risalita delle falde acquifere. Alcune cose ad un profano paiono quasi improbabili (il vortice di fuoco), ma dalle note sembrerebbero documentate pure quelle, magari enfatizzate a scopo narrativo.
    -- La reazione psicologica delle persone, forse la parte più tradizionalmente "furuyana" dell'opera, con la sfaccettata caratterizzazione che vira dal grottesco al plausibile. Le conseguenze del panico infatti riportano alla luce la vera natura umana ed eterogenei comportamenti, da chi si sente filantropo a chi cerca solamente di sopravvivere, per passare a chi approfitta della situazione per proprio tornaconto e finire con chi semplicemente scatena la violenza repressa. La storia si svolge in poco più di una settimana e porta anche a situazioni tragiche, per cui siete avvertiti di alcuni momenti dal taglio piuttosto teso mostrati esplicitamente
    SPOILER (click to view)
    (sommosse, stupri, omicidi, cadaveri schiacciati dalle macerie o carbonizzati)
    . Non mancano comunque saltuarie incursioni ironiche, tipo al museo delle cere della Torre di Tokyo.
    -- La storia dei due protagonisti, che in soldoni è una tradizionale vicenda action/sentimentale in cui un lui (Jin Mishima) e una lei (Nanako Okano) si trovano a fuggire da una situazione di pericolo con annessi risvolti romantici.
    Il fumetto inizia infatti con Jin che si reca ad Odaiba per un colloquio di lavoro e incontra casualmente Nanako giunta per un concerto. I due si conoscono dalle scuole medie, dove Nanako era una delle classiche vittime di bullismo, finendo per diventare a 21 anni una gothic lolita timida e insicura che cerca le sue certezze nel fanatismo per una visual band.
    Jin da parte sua è un ragazzo positivo e con certezze nei propri valori, ma non può sfuggire il fatto che all'epoca preferiva far parte del "gruppo" e sorrideva delle angherie a Nanako.
    Chiaramente il terremoto porterà a conseguenze squassanti anche sulla loro psiche, la ragazza progressivamente si renderà conto quanto sia fasullo il suo rifugiarsi nell'apparenza, mentre il positivo Jin vedrà sgretolarsi la fiducia in sé stesso con la sua impotenza di fronte alla morte di chi chiede aiuto.
    Il manga è una sorta di "cronaca di viaggio" da Odaiba al quartiere dei due protagonisti, passando da Roppongi a Shibuya in una serie di avventure drammatiche. Si aggiungeranno altri personaggi, in particolare la bella Rika e una ragazzina a cui è morta la madre.
    Io ho letto i primi 4 volumi (il 5 in Francia deve ancora uscire) che termina con un climax non da poco, quindi non so come finisca, ma di solito Furuya non è uno che va a casaccio quindi suppongo avrà un buon epilogo.

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    E' un manga interessante, discretamente in crescendo, un seinen classico che accontenta un po' su tutti i fronti: nei personaggi, nel realismo e nell'odissea action anche se ovviamente "capitano tutte a loro" per le solite necessità di sceneggiatura.
    Nei disegni Furuya è realmente bravo, è un artista originale e riconoscibile che può svariare dalla semplicità un po' sporca al realismo accuratissimo, qui in "51" in effetti campeggia più questa seconda versione,ovvero una precisione nel tratto e nelle ambientazioni davvero notevole, i fondali saranno stati uno sforzo non da poco considerato anche che non si poteva usare il "trucchetto" di semplici foto digitalizzate, vista la quantità di palazzi diroccati e strade spaccate. Molto belle poi le cover "panoramiche" che girano da aletta a aletta stile Mushishi, con le espressioni sbigottite dei protagonisti.

    Edited by spaced jazz - 21/3/2010, 20:38
     
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    Usamaru Furuya con questo volume (serializzato nel 2006 su Manga Erotics F) torna nei territori congeniali dell'avanguardia spinta, e lo fa con un risultato folle e sontuoso.
    La storia è tratta da una pièce del Tokyo Grand Guignol, emanazione nipponica del teatro parigino specializzato in rappresentazioni macabre e grottesche. Litchi Hikari Club era appunto una delle quattro opere messe in scena nella metà degli anni '80, con la collaborazione fra l'altro (anche come attore) di Suehiro Maruo, il maestro dell'ero-guro.
    Furuya ammette nella postfazione di essere stato molto influenzato, nella sua formazione, da quel movimento artistico, e che l'adattamento in forma di fumetto di LHC era solo questione di tempo, fino alla completa fiducia nelle sue capacità grafiche.

    Il manga ha in effetti un'ambientazione quasi teatrale, dopo l'apertura del sipario siamo in una città decadente, con fondali post-industriali di ciminiere e detriti.
    In una "base segreta" nel sottosuolo, una banda di ragazzi (tutti studenti di una scuola maschile) ha fondato l'Hikari Club, il club della luce, con lo scopo di creare la perfetta intelligenza artificiale. A capo di tutto c'è Zera, uno psicopatico che controlla i suoi sottoposti, dei veri esaltati, con una disciplina ferrea.
    Eliminato qualche intruso (un curioso viene cecato e una prof sbudellata) tale macchina viene alfine completata: Litchi, un grosso robot, novello Frankenstein metallico. Il nome viene dalla sua alimentazione a datteri cinesi (!?!).
    La funzione di Litchi è presto evidente: rapire una ragazza bellissima per farne la dea del sottosuolo e la musa del club. Ma è il fallimento: come può un robot riconoscere la bellezza? A questo sopperisce il cervellone della banda, immettendo in memoria un programma che convince Litchi della sua natura umana.
    Il risultato è sorprendente: viene catturata la meravigliosa Kanon.
    Il pazzo Zera però si accorgerà presto delle conseguenze: da una parte le sue fissazioni di tradimento porteranno a un vero bagno di sangue; dall'altra la convivenza fra Kanon e Litchi donerà un'educazione alla macchina con uno sviluppo da "la Bella e la Bestia".
    Il finale è un crescendo memorabile.

    Litchi Hikari Club è un fumetto di un'ironia macabra, ma sotto la crosta affiorano temi sostanziosi, dal significato di "umanità" al rifiuto di crescere, dall'ideale di bellezza eterna alla decadenza sociale, dai rimandi all'imperatore romano Eliogabalo al luminoso romanticismo della storia d'amore fra Litchi e Kanon, dall'omosessualità (ma le lettrici yaoi forse da qui scapperebbero) ai fanatismi fideistici in cui non si segue la ragione.
    E ovviamente è splatter ed eccessivo da bollino rosso.

    I disegni sono eccellenti: il chardesign chiaro omaggio a Maruo coi suoi labbroni rossi, l'ambientazione opprimente resa in modo magistrale, chicche a profusione (la vista "pixellata" attraverso gli occhi di Litchi), ritmo attanagliante.
    Edizione francese da IMHO in 15x21, cover plastificata opaca e interno pari pari all'edizione nipponica, circa 330 pagine; mancando bandelle o sovracoperta si perdono però le illustrazioni sui risvolti: ma è la sola lamentela. La copertina è stata toccata il meno possibile, salvaguardando così l'inventiva del logo originale.

    Bello. Malato ma bello, forse il miglior manga di Furuya dopo "La Musica di Marie".
     
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16 replies since 2/12/2006, 23:20   1250 views
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