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Die Wergelder / Beageruta

Star Samura!

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  1. Django Spaced
     
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    ¡Que viva México!

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    Ci si convince facilmente di trovarsi di fronte un ottimo Samura. A dire il vero ha "cannato" solo con Halcyon Lunch (a meno di essere otaku irrimediabili, personaggi per i quali è stato pensato) e anzi duplica il buonissimo Ragazza d'Inverno visto recentemente.

    Qui siamo al top per quanto riguarda i... topos dell'autore. Si può dire che sia la cosa più simile all'Immortale uscita dalla sua penna, fra le serie brevi. Con l'aggiunta dell'ispirazione ai telefilm "pinky violence" degli anni '70, sorta di antesignani della filmografia tarantiniana imbottiti di violenza trash ed erotismo. Die Wergelder è quindi un mix fra Mugen no juunin + Kill Bill costantemente in bilico fra una violenza scenografica, tracce di commedia strampalata (lo sgherro yakuza è una macchietta comica) e qualche tortura per non far arrugginire il byuon vecchio lato ero-guro.
    Se vedete sevizie sulle ragazze non vi preoccupate: tanto ce ne sono 4 e sono tutte delle killer! :P

    La trama potremmo riassumerla così: c'è un'isola al largo delle coste giapponesi in cui avvengono loschi traffici, gestiti da un lato da una branca mafiosa di nuova formazione, dall'altro da incappucciati stranieri che nel passato hanno eseguito un misterioso esperimento su un paesello tedesco.
    Qui convergono: una bionda orba e con un braccio bionico che cerca vendetta feroce (è la madre della bimbetta nel prologo?), una squadra scalcagnata della yakuza intenta a investigare (con la furba Shinobu e la sadica tappetta Soli) e la feroce Je-Mao al servizio degli isolani (è la reincarnazione di Rin).
    Buona sceneggiatura, grande azione e qualche gag gustosa. Al termine nella postfazione Samura fa lo scemo come al solito.

    Già nel secondo volume la storia è quasi completamente svelata, con la coalizione di tre di loro, così come le motivazioni di alcune (Shinobu, che è la protagonista, è anche la più "normale" della combriccola). E' una vicenda di criminalità e intrallazzi di industrie farmaceutiche condotti sotto la copertura del "bene maggiore" machiavellico.
    C'è così anche qualche concessione morale, ma con uno sguardo complessivo troviamo qualcosa di cupo, violento e terribile.
    Com'è allora che il mango lo potrei definire... divertentissimo?!? E' perché tutto passa in secondo piano, è uno stage per la recita di personaggi eccezionali, scombinati, surreali, comici ma anche umani e ricchi di fascino.
    Immersi in un'ambientazione ambigua dove nulla è bianco o nero!

    Disegni clamorosi.

    Mi destabilizzava questa scelta di Star Comics, di pubblicare un autore e volendo anche insistere su generi non nelle sue corde abituali, ma da un lato è la conferma che la politica è cambiata, dall'altro il fatto che a Panini la linea manga interessa sempre meno, è ovvio che Kodansha cedesse prima a loro un autore ampiamente pubblcato se lo avessero richiesto.
    L'edizione non è malvagia, si cerca per quanto possibile di mantenere una certa continuità con i volumi dell'altro editore, onomatopee non adattate. Mi piacerebbe una carta un po' più spessa, almeno per copertina e/o sovracoperta, ma già così è accettabile rapportata al prezzo.
    Pagine a colori non ce ne sono, a Samura piace poco pitturare a olio perché puzzava, nella scuola d'arte che frequentava dove c'era anche Kei Tome.

    Voto: 9
     
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3 replies since 22/10/2016, 18:35   239 views
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