Shoujo Manga Outline :: FORUM ::

Posts written by Django Spaced

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    CITAZIONE (Ananke @ 1/7/2015, 13:35) 
    Che mi lascia un po' "boh". Non ricordo manga degni di nota, per me ovviamente, su ste magazine (seinen), non c'è nulla che legga nemmeno al momento, ma allo stesso tempo non lo eviterei a prescindere perché non mi pubblica nemmeno titoli particolarmente brutti (sempre per i miei gusti).

    Io sto leggendo Hiru ed è molto buono (at least il primo volume) :D

    www.mangaupdates.com/series.html?id=64269
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    Io intendo le pagine dove ci mettono un zacco di vignette e vignettine e tutto stipato perché-noi-donne-siamo-pratiche e non sprechiamo un lembo :P
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    CITAZIONE (the black prince @ 25/6/2015, 22:51) 
    CITAZIONE (Spaced. {the Great and Powerful} @ 1/6/2015, 19:44) 
    Io ho letto il primo volume. In effetti è carino, buona l'ambientazione un po' sospesa nel tempo, anche i disegni non sono male pur se non riescono sempre a liberarsi dai legacci shojo (tavole arruffate)

    A me le tavole incasinate piacciono un sacco :P Non mi piacciono invece quelle squadrate, sarà che sono incasinato pure io e quindi mi ci ritrovo lol

    I disegni sembrano belli

    Sakura', teoricamente non dovresti fare un mango con i tempi dilatati e poi le tavole arruffate! :sweat:
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    Chissà se lasceranno scadere le licenze, SYFM magari potrebbe interessare qualcun altro (???????). Da quando hanno lasciato Star è un disastro continuo...
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    Non importa, sei caprio espiatorio imperdonabile!! :P
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    CITAZIONE (Lazulia @ 20/6/2015, 16:37) 
    semmai è una storia romantica!

    Semmai... è la storia di due che si lasciano :lol: Le storie di Shinkai mi pare vadano tutte a finire male, per questo ormai mi ha stufato :P

    p.s. non ho né visto l'anime né letto il fumetto.
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    Calcola l'edizione però! Quel bignami non si può vedere...
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    https://adestdellacinepresa.wordpress.com/...hiro-yamashita/

    CITAZIONE (Hinata-chan<3 @ 21/8/2013, 16:58) 
    CITAZIONE
    Tutto sommato credo di poterlo definire come il mango al femminile (shojo/josei) che preferisco in assoluto... fra le serie lunghe, mi sa che il distacco dalla seconda posizione è imbarazzante.

    Addirittura :spavento: chi c'è al secondo posto? :gnegne: sono curiosa :corre:

    Oggi direi Umimachi Diary :leggo:
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    CITAZIONE (minty77 @ 21/5/2015, 11:37) 
    E' come se il reparto traduzione-e-adattamento fosse k.o., boh... O_o

    Minty, ricordi di quando mettevano le cover metallizzate? :lol:
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    Mi sembra una patacca, tra l'altro disegnata urenda....
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    Io ho letto il primo volume. In effetti è carino, buona l'ambientazione un po' sospesa nel tempo, anche i disegni non sono male pur se non riescono sempre a liberarsi dai legacci shojo (tavole arruffate), piacevoli i protagonisti. Nishiki sembra avere la solita sindrome della crocerossina, ma la testa che ha certamente qualche rotella fuori posto la rende meno molesta. Akai è graziosissima e i due uomini dei tipi abbastanza interessanti.
    Vediamo che vuol raccontare la trama (spero non solo una sequela di aiutazioni finché non ritrova tutta la memoria :P ).
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    Anche a 31 anni si hanno gli occhi a fanale?!? :P
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    g849fk1l

    www.mangaupdates.com/series.html?id=75150

    Abbiamo "scoperto" Shuzo Oshimi attraverso I fiori del male, il mango proposto da Panini che, se all'inizio era sembrato più una provocazione che altro, si è invece dimostrato una delle sorprese della stagione.
    Indubbiamente queste tematiche "scabrose" -- o forse non è il termine adatto, diciamo di irrequietezza dell'animo -- sono una caratteristica dell'autore. In Aku no hana si sono risolte in un fumetto molto ben condotto, di scavo psicologico che fa una bella presa sul lettore; Oshimi sembra un po' un Asano dei poveri.

    Dunque è con interesse che mi sono avvicinato alla sua nuova opera, appena iniziata in Francia: Boku wa Mari no Naka (Dans l'intimité de Marie in francese). Ammetto che il soggetto è ancora più strambo del precedente e ugualmente otaku-oriented a uno sguardo superficiale... un classico gender-bender con un ragazzo che improvvisamente si sveglia donna!

    Isao è un 21enne iscritto all'università, ma ormai senza interesse a frequentare: vive alla giornata fra videogiochi e spazzatura coi soldi spediti dai genitori. Uno dei suoi pochi piaceri è incontrare una bellissima liceale, la quale va a fare le sue compere in un negozio frequentato dallo stesso protagonista.
    Beh, un giorno Isao si sveglia nel corpo della ragazza! Così, proprio con la sveglia del mattino. Sorpreso, cerca di apparire normale agli occhi di parenti e amiche (chi gli crederebbe?)... scoprendo al contempo le differenze fra maschio e femmina... ehm.
    Supponendo uno scambio-di-anima (?!?!?) cerca il suo vecchio "io" per vedere se è abitato da Mari... ma no, c'è il carbonaro sempre un suo clone grezzo.



    Dov'è finita Mari?? Se lo chiede pure un'amica della medesima (a dire il vero sembra una sua stalker....) che intuisce qualcosa di anomalo.

    Se in Aku no hana l'autore intendeva esprimere il disagio dell'adolescenza, in Boku wa Mari no naka (a leggere la postfazione) il fulcro concettuale sembrerebbe chiedersi come apparirebbe il mondo se fossimo dell'altro sesso.
    Non chiedetemi se costui si faccia di robe pesanti.
    Il target di questo fumetto è elevato al livello seinen rispetto al precedente (è su Manga Action della Futabasha) ma indubbiamente la trama non è davvero innovativa, già sentita in yuri o hentai destinati a solleticare desideri/curiosità maschili; dobbiamo dunque chiederci quale sia la direzione scelta da Oshimi. Il primo volume è certamente poco per giudicare, ma non sembra andare sul morboso, o quanto meno sul lato ecchi.
    Fanservice non c'è, come le scene di nudo sono limitate: oltre a questa scoperta del lato femminile sembra più una fiction... fanta-slice con da una parte la ricerca di Mari e di una spiegazione dell'accaduto; dall'altra un adeguarsi alla condizione di questa nuova vita.
    Indubbiamente c'è da aspettarsi una notevole evoluzione visto l'autore, direi che tutto è possibile anche se tendenzialmente più in positivo che in negativo. Cose strane me le aspetto, comunque. :P

    Dal punto di vista grafico poco da eccepire, nei Fiori del male abbiamo notato una grande cura nei disegni e soprattutto un certo virtuosismo nel loro utilizzo ai fini espressivi, nel ricreare atmosfere e sensazioni. In "Mari" sono ugualmente di ottimo livello ma finora dalla tessitura più tradizionale, va detto che le scene madri son poche per richiedere un impatto particolare.

    L'edizione Asuka, per chi fosse interessato, è piuttosto buona: 13x18, sovracoperta e pagine a colori. Un suo arrivo in Italia non lo escluderei affatto.
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    Il tema e il nome prendono ovvio spunto dai miti ellenici della Gigantomachia, la lotta fra i "figli" di gaia e gli dei dell'Olimpo, mentre l'ambientazione deve pesanti tributi a opere quali Nausicaa o Dune.
    In questo mondo post-desertico infatti assistiamo alla guerra fra un popolo simbiotico con gli insetti, vs un "civilizzato" Impero (qui c'è SW che bussa) il quale tenta di accaparrarsi dominio e potere assoggettando tutti i giganti del creato.
    In mezzo abbiamo i due stravaganti protagonisti: Delos, un corpulento ex-wrestler, sempliciotto ma tenace e dai buoni principi morali. e la dea/loli Prome, una bellissima e ultraterrena ragazza che gli viaggia sulle spalle. Ella ha innumerevoli poteri, da quello di guarigione a quello creativo, grazie a un oscuro nettare liquido che può secernere. Da dove esce poi? Ve lo lascio immaginare con l'indizio "dalle parti basse", e col fatto che il posizionarsi sulle spalle con la gonna svolazzante non sia del tutto casuale!

    La trama è una boiata quindi? Non proprio! E la semplice e lampante dimostrazione che Miura non è più quello di quando iniziò Berserk, se mai lo è stato per sue reali implicazioni artistiche. Infatti la passione per un fantasy leggendario è reale, ma non condito con l'oscurità e la tragedia violenta, quanto più con un aura fiabesca e commediosa che in Berserk ha snaturato il fumetto, ma che qui trova terreno fertile essendone la base principale (scena clou quando la testa di Prome esce dal suo bozzolo radioattivo con un "pop").

    Prome e Delos sono una coppia eccellente, e se fanno capo a ovvi stereotipi della bella e la bestia (scema), sono anche brillanti e funzionali nel gioco... della coppia e delle gag. Chi non vorrebbe una padrona come Prome?!?? Io mi propongo come schiavo totale!!! :P
    In aggiunta abbiamo lotte ciclopiche e un'azione classica quanto riccamente illustrata dagli eccezionali disegni del Miura contemporaneo (+ entourage di collaboratori...........), apprezzabile dall'ampio formato della versione grossa. Quella piccola snobbatela, non serve a nulla.

    Il volume termina al modo one-shot, ovvero on progress passibile di sviluppi futuri, un po' come Terraformars. In effetti Miura dovrebbe sbrigarsi a mollare le uova d'oro (B) e passare a questo, quello che racconta è identico ma qui almeno c'è una coerenza di fondo notevole. E come comico funziona meglio che come drammaturgo.
    Voto: 7,5
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    Chi non conosce Samidare avrebbe bisogno di diverse parole illustranti le premesse di questo fumetto, per chi lo ha letto invece la situazione è semplice perché sono le stesse. Un po' come il baseball per Adachi, credo che queste storie romance-catartiche con afflati sovrannaturali siano il prezzemolo dell'autore.
    Là c'era la distruzione del mondo e la descrizione degli 11 (erano 11?) cavalieri animali, qui la (auto) distruzione di una coppia e la descrizione di 7 vite passate. Il primo volume lascia delle sensazioni simili, contrastanti, e in cui il materiale futuro può influire in un senso o nell'altro. In Samidare lo sviluppo è tragico (inconsistenza nella descrizione dei troppi personaggi, motivazioni risibili) qui ovviamente ancora da vedere. Mizukami avrà imparato dagli errori? O l'incenso gettato alla sua precedente opera l'ha fuorviato su capacità ancora da alimentare? Nel campo del disegno, per esempio, tutto è rimasto uguale.
    Shin sarebbe tranciante... io mi limito a un giudizio negativo, il tratto semplice non è un delitto di per sé; ma la sua bruttezza, l'altalenanza delle fisionomie e l'assenza degli sfondi indubbiamente sì. Peccato che i bozzetti fra i capitoli siano più convincenti, la ripulitura non aiuta, anzi direi che lasciando un segno più grezzo ci guadagnerebbe.

    Passiamo alla storia, in cui nel tempo contemporaneo si incontrano i due 14enni Koko e Futa. Lui è il tipico ragazzino della sua età, con la cerchia di amici di qualsiasi shonen nipponese; mentre lei, accompagnata da uno spirito-guida, lo cerca nelle epoche per ammazzarlo, ma solo dopo che gli avrà fatto ricordare le vite passate in cui i due erano acerrimi rivali.
    La base del mango è infatti la teoria della reincarnazione, sia a livello filosofico che come sviluppo narrativo. Il karma lega questi due personaggi in uno strano rapporto, in cui probabilmente c'è amore all'inizio e alla fine ma nel mezzo odio, spesso generato dalle situazioni che si trovano ad affrontare.

    Oltre che sulla quotidianità (la quale in realtà offre spunti bassi, alla Samidare di quando si allenano in montagna), il mango punta infatti ai flashback ancestrali, qui ne abbiamo già due su sette. Nel primo, una civiltà simile agli Inca/Maya.
    Questo è probabilmente il momento migliore del volume con un colpo di scena inatteso... Futa e Rei sono dei morosi in nuce, quando arriva il momento di un sacrificio rituale.
    Complice anche lo stile sghembo dell'autore, pensiamo che Rei sia l'essenza precedente di Koko, ma non è così, da tenere d'occhio la sacerdotessa. Questa Rei tornerà come terzo incomodo (?) del triangolo sentimentale.

    Il secondo salto nel passato ci porta in un medioevo da caccia alle streghe: la Koko-erborista fa una brutta fine ma il Futa cavaliere diventa prima sbevazzone e poi balia redenta di prole inattesa.

    Entrambi gli episodi sono discreti e lasciano intravedere la direzione del fumetto. Se da una parte la loro incisività è maggiore dei capitoli dedicati ai comprimari in Samidare, sia per la personalità già conosciuta dei personaggi sia per un taglio temporale più consono, dall'altra impongono un deja vu di situazioni il quale non so quanto possa essere supportato dalle invenzioni, presenti nei primi due ma che alla lunga potrebbero portare a eccessi variopinti. Ricordiamoci che altrove volevano distruggere il mondo per una scommessa su una stazione spaziale! :P

    D'altro canto la vita intessuta di Koko e Futa presenta un'idea con un suo fascino, l'odio generato ha una sua credibilità nelle situazioni in cui si sono venuti a trovare anche con differenti età reciproche (abbiamo visto la vecchia strega e il giovane cavaliere); resta da capire quale sia la coerenza nel voler ammazzare l'altro se si hanno le stesse identiche responsabilità! Che dall'odio nasca amore è invece cosa più realistica e plausibile, come dunque il finale a tarallucci e vino auspicabile/prevedibile.

    Il punto debole è invece nel presente. Come detto quello "scolastico" dei tipici adolescenti, a cui aggiungiamo fare a botte coi cerchi magici sul tetto della scuola. Non aiutano gli amici (molto stereotipati, tutti alla "volemose bene" -- certo forse sono migliori, nella loro inconsistenza, di quelli improbabili combattenti), né la commedia abbastanza fiacca, fra il lucertolone e la svampita Run vince facile il primo. Le mazzate coi cerchi valgono le scampagnate di allenamento montane.

    In definitiva un primo volume che si attesta su una sufficienza, con dei buoni propositi e momenti efficaci, controbilanciati da una veste grafica inespressa (probabilmente dovrebbe limitarsi a scrivere) e situazioni più tirate via... molto dipenderà dal futuro, anche se l'alternanza fra presente traccheggiante e flashbacks efficaci potrebbe non bastare per farne un mango consigliabile tout court. Comunque rispetto a Samidare toglie di mezzo gli animali e le risibili motivazioni di Animus, già questo è un passo avanti.
5014 replies since 20/2/2005
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