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Posts written by Django Spaced

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    Come sapete il #4 è miracolosamente uscito dalle caverne GPoppare (e dicono anche che d'ora in poi sarà celere e regolare). Comunque me l'ero già letto - ehm - causa scarsa fiducia nella ripresa. La storia prosegue molto piacevole, sia nella prima parte davvero pucci (Ran che prende a padellate Hibi per... non perdere un amico?!? :P) che nella seconda dove l'insettone scatena il disastro nel villaggio dei nostri.
    Se fate caso, nei credits a fine volume la storia viene attribuita a... Kaoru Mori :lol:

    A chi interessa farà piacere sapere che il mango uscirà a breve anche in Francia per Black Box (in 15x21), e alla svelta: primi 4 volumi ad aprile e i restanti 3 a giugno.
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    Preso e letto, non so il secondo ma il primo volume l'ho trovato magnifico.
    La storia parte con quest'incipit che potrebbe ricordare, come suggerito dall'editore, La città incantata o In una lontana città di Taniguchi, dove la giovane Chinami si ritrova, dopo essere svenuta durante un allenamento, in un misterioso villaggio situato in una vallata.
    Disabitato, a eccezione di due persone (un ragazzino e il padre Tatsumi) e perennemente avvolto da un tempo sospeso e una pioggerella immutabile, si dimostra un luogo di grande fascino.

    Poi, all'improvviso, Chinami si ritrova al presente, salvo "ripiombarci" in un'occasione successiva.
    Sembrerebbe una costruzione simile a strutture già viste (tipo Termae Romae), uno slice of life "paesaggistico" che fa leva sulle suggestioni delle atmosfere evocate.
    Però così non è, perché vira subito dopo: Chinami racconta il suo sogno alla nonna, ma questa sembra saperne molto, e riaffiorano segreti racchiusi nel suo passato.

    Il mango diventa quindi la storia della famiglia Miyazawa, dall'anteguerra della II Guerra Mondiale, agli anni di ricostruzione con l'edificazione di una diga per riqualificazione idrica.
    Vediamo così diversi personaggi, dalla nonna ai due personaggi "onirici" (davvero antenati di Chinami), la madre Kazumi e il loro interagire fra storie d'amore e drammi.
    L'alone sovrannaturale è assicurato dalla leggenda di un drago, Ryujin, il quale dormirebbe sul fondo di un laghetto e veglierebbe sul villaggio, visto che gli abitanti sarebbero suoi discendenti.

    La sceneggiatura imho è bellissima, con alcuni passaggi davvero notevoli, mentre lo stile narrativo è del tutto simile a quello di Mushishi, come intuibile. Anche quello grafico, attentissimo al paesaggio e ai fondali, sempre molto ricchi e dettagliati.

    Primo volume promosso con lode.

    L'edizione è molto buona, simile come aspetto a quella di Maison Ikkoku della Star Comics, ma di formato anche più grande (17x24) e con la copertina con una punzonatura a rilievo a simulare i riflessi di uno specchio d'acqua.
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    www.mangaupdates.com/series.html?id=49037

    La prossima settimana in Francia verrà pubblicato il primo volume (di 2) del recente Suiiki di Yuri Urushibara.
    L'opera sembra molto interessante e centrata sulle stesse atmosfere sospese e sognanti tanto care all'autrice di Mushishi. Anche graficamente sembra davvero ben fatto. L'edizione dovrebbe essere di prestigio, in 17x24 nella collezione Latitudes di Ki-oon.
    Già in carrello su Amazon :)

    Qui la preview di quasi 50 pagine:
    www.ki-oon.com/preview/underwater/index.html



    suiiki

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    A 171 non vedo voti......:P
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    Io ho votato 1,70 ma da prendere col beneficio, in realtà dell'altezza me ne frega poco :P
    Diciamo che secondo me è l'altezza femminile ideale con le giuste proporzioni (+/- all'incirca)
    W anche le stangone shariane, tanto il machismo si vendica vincendo sulla bilancia!! :huhuhu:
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    Ma perché si comportano così? avete una spiegazione plausibile?!?
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    Ananke voterà l'altezza di Hirscher!!!!
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    Ah ah ah ah ah, addirittura al centimetro ah ah ah :P

    Stai facendo una ricerca universitaria o hai semplicemente una fissazione?? :bau:
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    Evidentemente perché Hakkeden è una ciofeca e non vale la pena, corretto o meno quello resta :D
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    The Story of Kisaeng (기생 이야기), opera appena successiva a Storia Color Terra, ne segue le tracce a partire dalla similitudine nel nome e nel formato su 3 volumi. Inoltre è anch'esso ambientato in una Corea del tempo che fu, non ben definita ma certamente pre-industriale e rurale, vecchia di almeno un paio di secoli.

    Ma il richiamo più netto è quello delle giovani protagoniste. Le Kisaeng sono l'equivalente coreano delle Geisha, e la vicenda è ambientata nel villaggio di Songdo, famoso per la presenza di molte loro case.
    Non è corretto pensare a qualcosa di simile a dei bordelli, in quanto potevano sì essere offerti dei "servizi sessuali" a discrezione, ma il piatto forte era l'intrattenimento artistico o il rifocillamento dei clienti con cibo ed alcool.

    Nella versione presente in questo fumetto, il mestiere di kisaeng non era disgraziato per la condizione femminile dell'epoca, anzi lo si sarebbe detto addirittura qualcosa di emancipato perché erano colte e rispettate; invidiate dalle concorrenti e adorate dalla schiera di clienti.
    Almeno quelle di successo che agivano in proprio, perché poi facendo una ricerca delle loro gesta nei secoli scopriamo una sottomissione ai signori locali e ferree regole. Tuttavia quello indubbiamente alto fu il loro livello culturale, uso alla poesia, alla musica e alle maniere raffinate. Anche alla ricchezza, come in taluni casi.

    In SOK viene narrata l'adolescenza di Beodeul e Hyongeon, due ragazzine che per ristrettezze economiche vengono inviate all'apprendistato da kisaeng presso Choseon, una donna rinomatissima ma ormai di una certa età e in disgrazia. Le due giovani sono amiche, determinate ma diversissime. Hyongeon è gentile, sensibile e radiosa come la Ihwa protagonista di Storia Color Terra.
    Beodeul è bruttarella, insofferente e vogliosa di farsi largo con poca fatica; tanto che alla fine sceglie un'altra strada presso la più famosa dama di Songdo, con alterne fortune.

    Il manhwa è narrato con gli stessi disegni evocativi e lo stesso punto di vista "femminile" di SCT, anche molti personaggi potrebbero traslare tranquillamente dalle pagine di uno all'altro, vi è forse meno enfasi romantica in quanto i giovani monaci errabondi rimangono più sullo sfondo e l'amante della vecchia Choseon va e viene, da buon messo governativo!
    Non che manchi il sentimentalismo, beninteso, con molti dialoghi sulle emozioni e i sillogismi con la poesia della natura. va inoltre ricordato che "il corpo di una kisaeng è di tanti, ma il cuore deve rimanere fedele". Non mancano neppure i momenti più drammatici, come quando Beodeul (la quale troverà comunque il suo posto nella vita) viene frustata a sangue e gettata mezza morta per la strada.

    In definitiva un altro centro dell'autore, con un'altra bellissima opera da considerare quasi un supplemento di Storia Color Terra, ma forse - proprio per questo - lievemente inferiore.
    L'edizione di Paquet è molto buona, in 15x21 brossurato.
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    #4

    E' un mango che si legge con piacere ed appare molto ben fatto, ma ha una di quelle trame alla Urasawa dove non si capisce il fine ultimo, non che questo debba essere un male.
    Abbiamo il protagonista mangaka in erba, coi suoi problemi di pubblicazione, il mistero della parola Torus inseguito da diverse persone e richiamato in sogno dal corvo; Rin tornata nella sua isola alle prese coi teppisti violenti... ora si aggiunge anche la sorella maggiore di Fushimi in cui si manifesta la stessa malattia degenerativa che ha portato la morte della madre.
    E' un mix interessante, comunque, ma per tirare le fila a tutto servirebbero un bel po' di volumi...
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    Bene, era ora!! :P
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    Qui qualche notiziola dall'autore:

    www.craigthompsonbooks.com/category/space-dumplins/

    Non si può certo dire che Thompson stia fermo sulla stessa zolla di terreno. Dopo Habibi, che già segnava uno stacco dal fumetto esistenzial-biografico di Blankets, mi aspettavo nuovamente una replica sulla falsariga di un'epopea drammatica, invece il cambio di stile è netto.
    In realtà un ritorno allo stile più cartoonesco e fantasioso di Addio, Chunky Rice; se non fosse che è del tutto scevro di quell'aura malinconica che comunque permeava le opere precedenti dell'autore: infatti Space Dumplins è una solare commedia che è un mix fra la parodia alle Balle Spaziali e i cartoni americani degli anni '50-60.

    Le "polpette" del titolo sono... le cacche delle balene cosmiche, esseri che imperversano nella galassia nell'universo fittizio creato da Thompson. Queste balene sono dei terribili predoni (mangiano pianeti, strutture artificiali, astronavi, insomma quello che trovano) ma le loro feci sono anche la fonte energetica principale! Per recuperarle esistono squadre di boscaioli spaziali, fra i quali annoveriamo il padre della protagonista Violet Marlocke, una ragazzina di circa dieci anni.
    La nuova umanità cosmica conta varie razze, un crogiolo alla Star Wars, ma la distinzione è fa ricchi e poveri: i primi in elegantissime stazioni spaziali, gli altri in situazioni arrangiate o parcheggi di astro-camper, come i Marlocke.
    Ma, a un certo punto, scoppia il fenomeno della diarrea delle balene, e Garnett Marlocke sparisce, invischiato in una misteriosa missione! La moglie, Cerulean (Cera), lavora presso il rinomato stilista Adam ma non riesce a trovare aiuto, forse per il passato del marito come mototeppista nella banda dei Buttlestar Pain-Tallica?!?

    Fatto sta tocca a Violet partire all'avventura, alla ricerca di Gar e della soluzione a questa crisi imprevedibile, in compagnia di altri due mocciosi: il polletto sapientone Elliot (addetto ai bottoni presso il sarto)e il lumkin (è una roba tipo una salsiccia con gambe e braccia) Zacchaeus, addetto alle demolizioni presso uno sfasciacarrozze.
    Con l'aiuto di ex-compagni mototeppisti del padre, Tinder dal braccio meccanico, uno gnomo e un coso grosso e peloso.

    Ok basta, avete capito che l'ironia e l'inventiva (e le citazioni) impazzano, incollando nuovamente il lettore. Anche perché alla fine dobbiamo notare una straordinaria coerenza.
    Il target dei lettori dovrebbe essere più basso a livello anagrafico (in teoria è roba scritta per ragazzi), ma in realtà è semplicemente "ampliato", se molti lati sono indubbiamente dedicati a un vintage dell'immaginario del secolo scorso - tipo gli schermi dei computer spixellati stile Commodore Amiga - e i veicoli sono reduci delle highways alla Easy Rider...

    I disegni, bellissimi, hanno il plus rappresentato dalla magnifica colorazione di Dave Stewart. L'universo, da nero che dovrebbe essere, acquisisce un caleidoscopio di colori, il quale da un lato enfatizza il lato cartoonesco, dall'altro dà la possibilità a Thompson di creare tavole ampie e ricche di particolari, intellegibili ed efficaci nell'evidenziare gli elementi e i soggetti desiderati nella vignetta.
    Per quanto riguarda il messaggio morale, teoricamente "semplice" visto il pubblico, siamo nel campo dell'esaltazione degli affetti e dell'amicizia ("la mia casa è dov'è la mia famiglia") e dell'intraprendenza, dell'immaginazione e della purezza d'animo dei ragazzini; ma a leggere fra le righe possiamo pure trovare critica sociale, il trombonismo del potere, ecc ecc.
    Ma soprattutto: è divertentissimo.

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    Io ho preso l'edizione americana della Graphix, la quale esiste in due versioni:
    - brossurata a circa 13 €
    - cartonata + sovracoperta a circa 25 €
    E' tutto a colori x 320 pagine, quindi i prezzi sono davvero ragionevoli... ho la seconda, robusta e con materiali ottimi. Il segreto? E' stampata in Cina! :P
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    Ma chi se ne frega di Antani :)
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    Deathco #1
    A differenza degli altri manghi dell'autore, Deathco non lo conoscevo e lo scopro assieme a voi con questa uscita per Star Comics, che si è stranamente indirizzata su Kaneko in una sorta di revival.
    La cosa curiosa è iniziare a pubblicarlo prima della fine di Wet Moon, ma tant'è!
    Lo stesso Wet Moon e Soil (by Panini) sono le opere per le quali è conosciuto adesso, entrambe simili in quel tono thriller surreale, psicologico e misterioso.
    Deathco sembra un tantinello diverso, e richiama più Bambi: in realtà pare un action senza troppe pretese di trama. MA, le caratteristiche dell'autore ci sono tutte: la psichedelia e quella forma ora sarcastica ora addirittura grottesca di descrivere il mondo, accompagnate a un tratto grafico personale, cinematograficamente noir e affine a certi canoni stilistici alternativi occidentali.

    Abbiamo una certa "Gilda" che fa uso di assassini mascherati (nei modi più assurdi, per travisare la vera identità, ma anche perché sembrano tutti mezzi matti) per eliminare elementi a loro scomodi.
    Qui si tratta di un mafioso spacciatore dalla morale inesistente.
    Ci provano in molti, ma a fargli la pelle è Deathco (o Death Co.), una ragazzina letale un po' Cappuccetto... Nero, un po' dark girl post-gotica.
    Post gotico è anche il luogo in cui vive assieme a una matrona, un castello medievale.
    Poco altro aggiunge il volume come background, abbiamo invece a piene mani questa azione lisergica - spesso con scene ben poco razionali - ma anche convincente nel suo lato straniante e originale.
    Chiara anche la morale: perché ti uccido? Bah, al mondo si crepa senza alcun motivo.

    L'edizione Star è decente, con buoni adattamenti e una bella sovracoperta, ma talvolta presenta le classiche macchie ai bordi pagina della stampa in rotativa.
    Voto: 7,5
5014 replies since 20/2/2005
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